lunedì 27 luglio 2009

SERVO ENCOMIO E CODARDO OLTRAGGIO
Chi l'avrebbe mai detto che sarebbe assurto da sindaco sceriffo al rango di sindaco critico d'arte? Mmmmm... dunque ricapitoliamo, dopo aver bonificato Salerno da prostitute e parcheggiatori abusivi (c'è sempre la famosa "signora" che chiede i due euro per lasciare l'auto proprio sotto il comune); dopo aver bacchettato gli automobilisti indisciplinati (ancora parcheggiati in doppia fila sotto palazzo di città) e cacciato i cafoni dall'Ippocratica civitas, proprio Lui, l'arbiter elegantiae; dopo aver eretto dalle fondamenta la cittadella giudiziaria (ferma al rustico per fallimento d'impresa) e la stazione marittima (prendendo alla lettera il messaggio di Cristo "chi è senza peccato scagli la prima pietra", dal momento che è stata posata solo quella); dopo aver riedificato la copia del muro di Berlino nelle sembianze di metropolitana cittadina che garantirà corse con frequenza da eurostar (un treno ogni ora) e intanto i writers armati di bomboletta spray ringraziano; e ancora, dopo aver sostituito le palle socialiste del lungomare con romantiche lanternine nordiche (con scoiattoli "mediterranei" in tema); ripavimentato con prodigalità il corso cittadino due volte in meno di 4 lustri; reso finalmente Salerno città di mare con acque limpide ed aulenti e km di spiagge, peccato però che siano chiuse per erosione; risollevato le sorti dell'economia cittadina autorizzando l'apertura di kebab nell'architettura civile barocca di maggior pregio di Salerno (alludo al Palazzo Genovese di Largo Campo, proprietà comunale, le cui vetuste finestre sono spalancate su desolate stanze sventrate da una parziale ristrutturazione, che non potrebbe chiamarsi restauro quello!); dicevo dopo tutto questo ed altro ancora chè la memoria non mi assiste più e rischio di perdere il filo del discorso, dopo tutto questo eccolo che tiene una lectio magistralis di decoro a Vittorio Sgarbi, si improvvisa critico d'arte e gli ribatte a sua volta sul filo di un'elegante ironia, sul tema della foglia di mariuana che inevitabilmente Sgarbi dovrebbe fumare per non essere così lucido da intendere tanto ben operare. Che poi questa storia della foglia di mariuana è ridicola perchè a me personalmente ricorda anche una coda di pavone il cui corpo non può essere altro che quello del Primo cives assiso da vivo (e non da morto, come lui stesso vorrebbe) al centro della piazza più grande d'Europa a fare la ruota della sua vanità.
Ed ancora il Nostro assicura i suoi concittadini dagli schermi che Il Crescent sarà bellissimo tutto color sabbia (ma quella scura nostrana?) sperando forse che si mimetizzi con la spiaggia di S. Teresa, solo con le colonne bianche esemplate su quelle "made in fascio" del palazzo di città. Dimentica però che l'architettura non è una fabula che si racconta a parole ma che si esprime da sè attraverso il progetto che però è blindato, top secret.
I rendering dell'archistar catalana per ora li ha potuti ammirare solo Dorfles, nemmeno ahimè la soprintendenza che li aveva richiesti per emettere uno straccio di parere, in un recente incontro a Paestum, a due passi dai templi sì da entrare meglio nel mood archeologico del colonnato. In quella sede, mai stanco ma sempre alacre, il Primus si scalmana a spiegare al centenario Dorfles, che ne ha già viste di cotte e di crude, le virtù del suo castellone di sabbia, strappandogli un mezzo consenso, ma detto così giusto per educazione. Che poi Dorfles aveva già espresso il suo parere su Bofill bollandone l'opera come kitsch e lontana dal linguaggio contemporaneo e se pur vero che repetita iuvant forse in questo è più pertinente il detto: a lavar la testa all'asino...ecc. Sarà, eppure durante la conversazione con l'illustre critico lo stesso De Luca, forse per puro spirito di contraddizione, a stroncare il progetto gemello di Crescent già bocciato a Parigi sollevando un dubbio atroce: sarà lui il Dio manzoniano che atterra e suscita, che affanna e che consola. Stia attento però che l'ampio consenso su cui si fonda il delirio di onnipotenza del momento presente verrà meno e già se ne sentono scricchiolare le fondamenta sotto i colpi delle interrogazioni parlamentari. Allora al "servo encomio" si sostituirà inevitalmente per nemesi storica "il codardo oltraggio", il castello di sabbia crollerà miseramente e quello che dovrebbe essere il progetto della sua vita si trasformerà nella tomba della sua carriera politica.

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